A Gragnano, la “Città della Pasta”, l’arte di lavorare la farina e l’acqua è sacra. Ma oltre alla pasta, questa cittadina dei Monti Lattari ha regalato al mondo un’altra prelibatezza: il Panuozzo. Si tratta di un magico incrocio tra un panino e una pizza, caratterizzato da un guscio croccante che racchiude un cuore morbido e un ripieno filante.
La Storia del Panuozzo di Gragnano: Come un’Idea Semplice è Diventata un Mito dello Street Food
La storia ci porta indietro al 1983. Il luogo è una pizzeria storica di Gragnano, la Pizzeria Mascolo, situata in Via Marianna Spagnuolo. Il creatore, con tanto di nome e cognome, è Ferdinando Mascolo, che quel giorno inventò, quasi per caso, quello che sarebbe diventato il simbolo dello street food locale.
La leggenda narra che tutto sia nato da un’esigenza molto comune: preparare la cena per i propri figli. Una sera, Ferdinando Mascolo decise di sperimentare. Prese un pezzo del classico impasto per la pizza, ma invece di stenderlo in forma rotonda, lo allungò dandogli la forma di un grande panino, un “sfilatino”, lungo circa 25-30 centimetri.
Lo infornò nel caldissimo forno a legna. Una volta cotto, questo pane-pizza era croccante fuori e incredibilmente soffice e alveolato all’interno. A quel punto, lo tagliò a metà come un panino e lo farcì con quello che aveva a portata di mano: si dice che il ripieno della primissima versione fosse pancetta e mozzarella.
La Doppia Cottura
Qui arriva il dettaglio che trasforma un semplice panino in un vero Panuozzo. Dopo averlo farcito, Ferdinando Mascolo ebbe l’intuizione di rinfornarlo per un altro minuto. Questo secondo, rapido passaggio nel forno a legna compì la magia: La mozzarella si sciolse diventando filante. La pancetta si scaldò rilasciando i suoi aromi. Il pane si scaldò di nuovo, diventando ancora più fragrante e sigillando i sapori all’interno.
I figli ne furono entusiasti. Quel prodotto, a metà tra il pane e la pizza, venne battezzato con un nome semplice e affettuoso: “O’ Panuozzo“. Il successo fu tale che Ferdinando Mascolo decise di inserirlo nel menù della pizzeria. Fu un’esplosione. I clienti, incuriositi, lo provarono e se ne innamorarono. La voce si sparse rapidamente da Gragnano ai paesi vicini, fino a conquistare tutta la Campania e, oggi, il mondo. Il Panuozzo divenne il prodotto di punta della pizzeria, imitato e celebrato ovunque, ma la cui paternità e ricetta originale appartengono indiscutibilmente alla famiglia Mascolo.
Le Regole del Vero Panuozzo di Gragnano
Oggi, per essere definito tale, il vero Panuozzo deve rispettare delle regole non scritte ma ferree: l’impasto deve essere lo stesso della pizza, a lunga lievitazione. la cottura deve essere rigorosamente in forno a legna, ma deve essere la doppia cottura: il primo passaggio per cuocere il “pane”, il secondo, dopo la farcitura, per scaldare e sigillare. Anche se la versione classica resta quella con pancetta e mozzarella, la sua bellezza sta nella fantasia dei ripieni. Un altro grande classico è “salsiccia e friarielli”, ma le combinazioni sono infinite.
Leggi anche Scaloppine sì, ma di pesce spada: gustose e pronte subito
Ricevi le nostre ricette da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!