Ragù veloce, senza stress. Il piatto più iconico della televisione, della napoletanità, di una Regione e di una città ormai famose del mondo. Il Ragù è una cosa seria che negli anni è poi diventato oggetto di dibattito, di studio. C’è chi mette il cacao, chi mette tanti tipi di carne, chi aggiunge più aromi.
Fino a qualche anno fa, molti anni fa, quando nonna era viva, nel ragù non andavano tanti tipi di carne. O meglio, andava quello che avevi e che ti piaceva. Questo ragù ricorda molto quello: due tipi di carne e tanta pazienza.
Ingredienti del ragù veloce
- 3 bottiglie di passata di pomodoro
- 500 gr di tracchie ( puntine di maiale)
- 5 salsicce di maiale
- Mezza cipolla
- filo d’olio ( pochissimo)
- basilico
Come si prepara
Andiamo a prendere un tegame capiente. Non deve essere enorme perché rischi di bruciare olio e cipolla, deve essere giusto. Come detto, tanti anni fa, tante tecniche non si usavano, non si conoscevano. Quindi nonna faceva un breve giro d’olio. Calava solo la cipolla all’interno, senza sedano né carota. Dopo la cipolla ci metteva la carne. La disponeva bene sul fondo e sopra la cipolla.
Se non entrava tutta la cipolla sul fondo la incastrava tra i pezzi, altrimenti la metteva sopra. Sfumava con il vino rosso. Non per stordire la carne, ma per dare più sapore ( diceva). Faceva cuocere per un po’ e poi metteva la sua passata di pomodoro. Non la comprava, ma ora noi, usiamo quella del supermercato, magari del market giù casa, magari bio.
Fatto questo, dato che il ragù è una cosa semplice, non faceva altro che coprire con il coperchio e farlo cuocere. La tradizione di Napoli vuole che il ragù sia cotto per almeno 24/36 ore. In questo caso no. Nonna si svegliava presto la mattina e lo faceva cuocere dalle 4 alle 6 ore dopo averlo salato. Posizionava la pentola sul fornello più piccolo a fiamma molto bassa.
Tutto qua. Appena pronto non ci buttava neanche la pasta. Inzuppava il pane e mangiava la carne. Per avere della carne tenera, diceva, bastava cuocerlo a fiamma bassa e per molto tempo. Forse l’unica tecnica che conosceva senza aver studiato tanto cucina.

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