Dimenticate bilance di precisione e lievitazioni infinite . Il Castagnaccio toscano è la ricetta del “pane dei poveri” è la soluzione sana, golosa e gluten-free per le tue merende di ottobre e novembre.
Quando le giornate si accorciano e l’aria diventa frizzante, non c’è nulla che evochi il calore di casa come il profumo delle castagne. Ma se pensate che preparare un dolce tipico richieda ore di lavoro, vi sbagliate di grosso. Il protagonista indiscusso dell’autunno è il Castagnaccio, un dolce antico, nato dalla tradizione contadina toscana e appenninica, che oggi si riscopre incredibilmente moderno.
Perché moderno? Perché è naturalmente privo di glutine, senza lattosio e, nella sua versione più pura, completamente senza zuccheri aggiunti. La dolcezza arriva tutta dalla farina di castagne. E la parte migliore? Si prepara letteralmente con 3 ingredienti che si mescolano in una ciotola in 5 minuti.
La magia dei “3 Ingredienti” per il Castagnaccio: Farina, Acqua, Olio
La vera ricetta originale non ammette complicazioni. La base è una semplice pastella creata con:
- Farina di Castagne: deve essere di ottima qualità, possibilmente macinata a pietra e “nuova” (della stagione corrente) per sprigionare tutto il dolce naturale.
- Acqua: semplice acqua a temperatura ambiente per sciogliere la farina.
- Olio Extravergine d’Oliva: il grasso nobile che dona sapore e quella crosticina inconfondibile.
Il segreto della “Crosticina” perfetta
Se l’impasto è elementare, il segreto per un Castagnaccio da applausi sta nella cottura e negli aromi. Non abbiate paura di osare con il rosmarino fresco: il suo profumo balsamico contrasta divinamente con la dolcezza terrosa delle castagne. E poi i pinoli, che tostano in forno regalando una nota croccante.
Il trucco finale? Lo spessore. Non versate troppo impasto nella teglia: il vero Castagnaccio deve essere basso (circa 1 cm). Solo così il calore del forno creerà quelle tipiche “crepe” in superficie, segno inequivocabile che il dolce è pronto. Un comfort food sano, energetico e pronto in meno di mezz’ora: cosa aspettate ad accendere il forno?
